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Il Tempo delle Ninfee (e il Giappone)

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Messaggio  Erica Sab Mag 09, 2009 8:45 am

Il Tempo delle Ninfee (e il Giappone) Monet_milano

“Mi ci è voluto del tempo per comprendere le mie ninfee, le avevo piantate per il puro piacere di averle; le coltivavo senza pensare affatto a dipingerle…non ci si impregna di un paesaggio in un giorno soltanto…” Monet, 1897.

Nel 1890 Claude Monet acquista la casa e il giardino di Giverny, lungo la Senna, a nord di Parigi. Ha cinquant’anni ed è l’esponente più rappresentativo dell’Impressionismo, il padre del movimento a cui aveva dato anche il nome, chiamando “impressioni” i suoi primi quadri, del movimento che aveva cambiato la storia dell’arte in Francia e in Europa. Quella dei giardini è una passione della prima ora, che Monet ha già vissuto a Vétheuil e poi ad Argenteuil. Ma Giverny è finalmente il sogno di una vita, il suo vero grande progetto.

Nella casa di Giverny Monet vivrà il resto della sua lunga vita, cercando senza sosta di realizzare quella che considera l’opera d’arte in assoluto più importante: il suo giardino. Accanto al giardino francese, con i fiori che ha piantato in un primo tempo, con fatica e tenacia e perfino con l’aiuto del presidente Clemenceau, costruirà un giardino acquatico e, in uno stagno, circondato da cotogni, felci, salici, rododendri e azalee, metterà a dimora le più diverse specie di ninfee: è il suo giardino giapponese, oggi il più visitato al mondo.
Quegli anni, ormai pienamente nel nuovo secolo, saranno per Monet il tempo delle ninfee, quello a cui è interamente dedicata la mostra allestita nelle sale nobili di Palazzo Reale a Milano, ideata e curata da Claudia Zevi con il contributo di Jacques Taddei, Hélène Bayou, Michel Draguet, Marco Fagioli e Delfina Rattazzi. Il cuore del percorso espositivo è costituito da 20 capolavori di Claude Monet, mai usciti in questa quantità e qualità dal Museo Marmottan di Parigi, la maggiore collezione al mondo di opere del maestro. Venti grandi tele che Monet ha dipinto tra il 1900 e il 1923 e che ci restituiscono il percorso che lo ha portato a cercare di trasferire dal suo giardino alla sua arte i salici piangenti, le ninfee, i ponti giapponesi, i fiori di ciliegio e gli iris che lo popolano.

Non poteva mancare un richiamo all’arte giapponese che ha un ruolo determinate in questa stagione della vita e della ricerca artistica di Monet. In mostra sono infatti esposte (a rotazione per ragioni conservative) 60 stampe di Hokusai e Hiroshige, provenienti dal Museo Guimet di Parigi, grazie ad una eccezionale partnership tra le due grandi istituzioni francesi. Monet non è il solo pittore ad essere influenzato dalle produzioni giapponesi che ormai circolavano in Europa, ma è sicuramente tra loro il maggiore collezionista con 276 stampe nella tradizione ukiyo-e. Il suo maggiore interesse è la lettura del paesaggio e della natura attraverso un loro frammento e la serialità delle vedute, in particolare quelle del Monte Fuji e dei fiori di Hokusai, così come le serie delle acque e dei ponti di Hiroshige. Il confronto tra l’idea di paesaggio nell’arte giapponese e le opere di Monet è infine completato dall’esposizione di una serie di preziose fotografie dell’Ottocento, dipinte a mano, di giardini giapponesi.

“Monet e il Giappone. Il tempo delle Ninfee”, dal 29 aprile al 27 settembre 2009
PALAZZO REALE, Piazza Del Duomo 12 – Milano
orario: lunedì 14.30 – 19.30; martedì – domenica 9.30 – 19.30; giovedì 9.30 – 22.30.
La biglietteria chiude un’ora prima.
Info. tel.+39 02875672
sito web http://www.comune.milano.it/palazzoreale/

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