Rosso Corallo
Pagina 1 di 1
Rosso Corallo
Un'altra bella mostra, che probabilmente Silvia ed io vedremo domani insieme con quella del Celeste Impero, ben felici magari di tornare a vederle in settembre.
ROSSO CORALLO
Arti preziose della Sicilia barocca
dal 29/07/2008 al 28/09/2008
a Palazzo Madama - Torino
Erica
Re: Rosso Corallo
Cinquanta capolavori dei maestri corallari di Trapani, realizzati tra Cinque e Settecento mediante le tecniche del retroincastro e della cucitura.
Piccoli elementi di corallo, rametti, foglie, fiori, figure geometriche, incastonati o cuciti su lastre sbalzate di rame dorato, a creare elaborate decorazioni impreziosite da smalti bianchi e blu, madreperla, avorio, tartaruga e lapislazzuli.
Quasi tutti oggetti sacri e liturgici: capezzali, crocifissi, acquasantiere, turiboli, ostensori destinati alle cattedrali e alle cappelle private delle famiglie patrizie, nati dalle abilissime mani di artigiani ebrei, nelle oscure botteghe una Sicilia arcaica e di opulenta bellezza, quella evocata da Vincenzo Consolo in Retablo con fascinosa prosa barocca.
"Rosalia. Rosa e Lia. Rosa che ha inebriato, rosa che ha confuso, rosa che ha sventato, rosa che ha rķso, il mio cervello s'č mangiato. Rosa che non č rosa, rosa che č datura, gelsomino, bālico e viola; rosa che č pomelia, magnolia, zāgara e cardenia. Poi il tramonto, al vespero, quando nel cielo appare la sfera d'opalina, e l'aere sfervora, cala misericordia di frescura e la brezza del mare valica il cancello del giardino, scorre fra colonnette e palme del chiostro in clausura, coglie, coinvolge, spande odorosi fiati, olezzi distillati, balsami grommosi. Rosa che punto m'ha, ahi!, con la sua spina velenosa in su nel cuore."
"Vascelli, brigantini, galeoni, feluche, palmotte, sciabecchi, polacche, fregate, corvette, tartane caricavano, scaricavano, nel traffico, nel chiasso, nell'allegria della banchina, le merci pių disparate: sale per primo, e in magna quantitate, quindi tonno in barile, di quello rinomato di Formica,Favognana, Scopello e Bonagėa, e asciuttāme, vino, cenere di soda, pasta di regolėzia, sommacco, pelli, solfo, tufi, marmi, scope, giummara, formaggi, intrita dolce e amara, oli, olive, carrube, agli, cannamele, seta cruda, cotone, cannavo, lino alessandrino, lana barbarisca, raso di Firenze, carmiscėna, orbāci, panno di Spagna, scotto di Fiandra, Tela Olona, saja di Bologna, bajettone d'Inghilterra, velluto, flanella, cōiri tunisini, legnami, tabacco in foglie, rapč, cera rustica, corallo, vetro veneziano, mursia, carta bianca..."
Piccoli elementi di corallo, rametti, foglie, fiori, figure geometriche, incastonati o cuciti su lastre sbalzate di rame dorato, a creare elaborate decorazioni impreziosite da smalti bianchi e blu, madreperla, avorio, tartaruga e lapislazzuli.
Quasi tutti oggetti sacri e liturgici: capezzali, crocifissi, acquasantiere, turiboli, ostensori destinati alle cattedrali e alle cappelle private delle famiglie patrizie, nati dalle abilissime mani di artigiani ebrei, nelle oscure botteghe una Sicilia arcaica e di opulenta bellezza, quella evocata da Vincenzo Consolo in Retablo con fascinosa prosa barocca.
"Rosalia. Rosa e Lia. Rosa che ha inebriato, rosa che ha confuso, rosa che ha sventato, rosa che ha rķso, il mio cervello s'č mangiato. Rosa che non č rosa, rosa che č datura, gelsomino, bālico e viola; rosa che č pomelia, magnolia, zāgara e cardenia. Poi il tramonto, al vespero, quando nel cielo appare la sfera d'opalina, e l'aere sfervora, cala misericordia di frescura e la brezza del mare valica il cancello del giardino, scorre fra colonnette e palme del chiostro in clausura, coglie, coinvolge, spande odorosi fiati, olezzi distillati, balsami grommosi. Rosa che punto m'ha, ahi!, con la sua spina velenosa in su nel cuore."
"Vascelli, brigantini, galeoni, feluche, palmotte, sciabecchi, polacche, fregate, corvette, tartane caricavano, scaricavano, nel traffico, nel chiasso, nell'allegria della banchina, le merci pių disparate: sale per primo, e in magna quantitate, quindi tonno in barile, di quello rinomato di Formica,Favognana, Scopello e Bonagėa, e asciuttāme, vino, cenere di soda, pasta di regolėzia, sommacco, pelli, solfo, tufi, marmi, scope, giummara, formaggi, intrita dolce e amara, oli, olive, carrube, agli, cannamele, seta cruda, cotone, cannavo, lino alessandrino, lana barbarisca, raso di Firenze, carmiscėna, orbāci, panno di Spagna, scotto di Fiandra, Tela Olona, saja di Bologna, bajettone d'Inghilterra, velluto, flanella, cōiri tunisini, legnami, tabacco in foglie, rapč, cera rustica, corallo, vetro veneziano, mursia, carta bianca..."
Erica
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|